Epifania

Venerdi 6 Gennaio la nostra comunità parrocchiale, si prepara per la festa dell’Epifania.

Le Sante Messe saranno celebrate alle ore

  • 8.30
  • 11.00
  • e la celebrazione solenne alle ore 17.30 cui seguirà l’adorazione e il bacio al Bambino Gesù. Al termine della celebrazione verranno proposti alcuni canti eseguiti durante il presepe vivente, ed infine saranno consegnate a tutti i bambini del catechismo, e non solo, le calze della “Befana”.

Sarà per tutti un’occasione per vivere intensamente l’Epifania, come segno della ricerca vera e sincera della verità.

Vi aspettiamo, dunque, numerosi,

NON MANCATE……

Storia dell’Epifania:

La Befana si festeggia il giorno dell’Epifania, il 6 gennaio. L’Epifania è una festa religiosa e il suo nome deriva da un termine greco che significa “rivelazione”. È, infatti, in questo giorno che Gesù bambino si rivelò come figlio di Dio ai Magi. Ma, chi erano costoro? Erroneamente sono chiamati Baldassarre, Melchiorre e Gaspare, in realtà la Bibbia non da alcun riferimenti ai nomi dei magi, i quali erano  sapienti che provenivano dalle lontane terre d’Oriente. Si erano messi in cammino guidati da un astro splendente, una stella cometa, che mai prima aveva fatto apparizione nel cielo. Lo studio di questo insolito fenomeno li aveva avvisati che qualcosa di realmente grande stava per accadere. Così avevano consultato molti libri e in uno di essi trovarono questa profezia:

“Nascerà da umile dimora un bambino che diverrà il Salvatore del mondo, il Re dei re! Al suo apparire ci saranno schiere di angeli ad accoglierlo sulla terra e si verificheranno cose mai viste prima”.

Così i magi avevano deciso di seguire la singolare stella per rendere omaggio a quel bambino salvifico. Portavano con sé tre doni simbolici: l’oro, l’incenso e la mirra. L’oro perché era il dono che veniva riservato ai sovrani; l’incenso perché era bruciato solo in onore delle divinità; la mirra che in antichità veniva utilizzata durante le cerimonie funebri e che sarebbe divenuta il simbolo della futura resurrezione di Cristo, il Re che trionfò sulla morte. Dopo un lungo cammino, gli uomini giunsero alla città di Gerusalemme. Su una collina, circondato da una folta selva, stava un castello austero e buio. «Ecco,  si dissero è qui che troveremo il figlio di Dio. Un re del suo rango non può che essere nato in un castello e a paragone della sua importanza, ogni dimora è umile, anche questa fortezza turrita!» Li accolse invece un sovrano molto cerimonioso e dal cuore feroce come quello dei lupi selvatici: si chiamava Erode. Costui stette ad ascoltare la storia dei tre saggi e quindi rispose: «Non saprei proprio come aiutarvi! lo non ho figli e non c’è altro sovrano qui attorno.

lo sono il Signore di queste terre! Ma se è vero che è nato questo bambino regale, dopo averlo trovato, venite a riferirmi dov’è, così che anch’io lo possa adorare!». In realtà l’astuto Erode voleva eliminare l’eventuale concorrente. I Magi partirono subito da quel castello, perché la cattiveria che si respirava tra le sue mura aveva quasi ghiacciato loro il sangue nelle vene. Dopo alcuni giorni di ricerca, sotto la guida della magica stella, giunsero infine in un villaggio, il più piccolo e il più umile della terra di Giuda. Fu proprio lì che l’astro si mise a splendere intensamente come mai l’avevano visto durante la loro osservazione: sembrava indicare un luogo appartato In pIena campagna. In una stalla, esposto alle correnti della notte, trovarono un bambino che era nato da poco. Era accudito dal padre, Giuseppe, e da Maria, la madre più dolce e bella che fosse mai capitato loro di incontrare. Vedendo l’amore e la concordia che regnava in quella povera famiglia, nonostante gli stenti e le ristrettezze, i Magi compresero di aver trovato ciò che cercavano e deposero ai piedi della mangiatoia, in cui era stato adagiato il piccolo, i loro doni preziosi. Quindi se ne andarono contenti di avere reso omaggio per primi al Salvatore del mondo.

Testo dal sito

Il Paese dei Bambini che Sorridono