Gli avvenimenti relativi alla nascita di Giovanni sono narrati da Lc 1,5-25; 1,39-45; 57-80. I suoi genitori erano Zaccaria ed Elisabetta. Entrambi erano anziani e non avevano figli.
Non viene presentato il luogo della loro dimora se non con la generica indicazione di “una città di Giuda”, dalla successiva tradizione cristiana identificata con Ain Karem (o Ein Kerem), che all’epoca distava circa 8 km da Gerusalemme e attualmente ne è un quartiere.
L’angelo Gabriele annuncia a Zaccaria, mentre officia nel tempio, che nonostante la naturale sterilità avrebbero avuto un figlio cui porre nome Giovanni. All’annuncio Zaccaria si mostra incredulo e per questo l’angelo gli annuncia un temporaneo mutismo.
Tornato a casa avvenne il concepimento di Giovanni. Alla nascita del bambino Zaccaria, ancora muto, propone il nome Giovanni come imposto dall’angelo e riacquista la parola, pronunciando l’inno noto come Cantico di Zaccaria, nel quale tra l’altro esalta il futuro ruolo profetico del figlio: “E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati” La tradizione cristiana celebra la nascita il 24 giugno, cioè esattamente 6 mesi prima del 25 dicembre, data della nascita di Gesù.
Il racconto della nascita da parte dell’evangelica Luca, termina con l’indicazione:”il bambino cresceva e si fortificava nello spirito; e stette nei deserti fino al giorno in cui doveva manifestarsi a Israele”.
L’inizio del ministero del Battista è nel 15° anno di Tiberio, e quindi al 28 d.C. ed è sempre stato focalizzato sulla virtù, la giustizia e la devozione a Dio.
Il titolo di Battista è dovuto alla nota prassi di praticare il battesimo che non aveva l’effetto di cancellare, ipso-facto, i peccati, ma solo di segnalare e confermare esteriormente il cammino di conversione e purificazione interiore. Diversamente da Gesù, Giovanni nel suo ministero non ha compiuto alcun miracolo.
Il Battista criticò pubblicamente l’unione illegittima tra Erode Antipa e sua nipote Erodiade, la moglie del suo fratellastro Erode Filippo I e che doveva essere stata popolarmente malvista , sia perché adulterina che anche consanguinea.
Antipa allora fece incarcerare Giovanni ma non sembra avesse avuto una risoluta intenzione di ucciderlo, o perché lo rispettava (“sapendolo giusto e santo”, “lo ascoltava volentieri”, Mc 6,20) o perché temeva reazioni del popolo che “lo considerava un profeta”, Mc 14,5.
Erode si mostra dunque indeciso, come farà poco tempo dopo anche nel processo di Gesù (Lc 23,11).
La sua prigionia ebbe un brusco epilogo in occasione del compleanno di Antipa. La figlia di Erodiade danzò di fronte al re e alla sua corte.
Antipa, compiaciuto, gli chiese cosa volesse in cambio, e la ragazza, sobillata dalla madre (la vera causa del rimprovero del Battista al re era in definitiva il comportamento “scostumato” della donna), chiese la testa di Giovanni e fu accontentata (il proverbiale “piatto d’argento” non è così specificato dai vangeli, anche se rimane verosimile dato il contesto di corte).
I vangeli terminano il racconto con l’indicazione della sepoltura del corpo decapitato in un luogo non precisato che la tradizione successiva ha identificato con Sebaste, in Samaria oppure nella fortezza di Macheronte indicata come il luogo della sua prigionia.
Nella tradizione cristiana è l’unico Santo di cui si festeggia sia la nascita che la morte.